Archivi tag: lezione cavalli

Lezione 22: provare, prevedere, atteggiamento mentale

Diritto di non riuscire – Nessun diritto di fare le finte

I bambini devono capire che non devono prendere in giro sé stessi, si può sbagliare, anzi si deve,  ma bisogna provarci, non fare le finte.

Il campo vuoto fa paura

Preparare gli esercizi prima della lezione, sapere bene cosa si vuole dalla lezione, delimitare sempre il campo con le barriere ed indicare precisamente gli spazi e gli esercizi. Lavorare molto con le barriere, i birilli e tutto ciò che delimita.

Attenzione agli spazi dove lavorano i ragazzi.

Per gli allievi un rettangolo è uno spazio vuoto e uno spazio vuoto crea insicurezza.

Posizione in sella – Ricerca della posizione corretta o ricerca dell’atteggiamento mentale.

Se faccio lavorare il bambino in diverse posizioni che variano continuamente esso non avrà il tempo di impararne una sbagliata perché non ne avrà la possibilità.

E’ impensabile a dei bambini in crescita richiedere la posizione del cavaliere. Noi dobbiamo richiedere infinite posizioni.

La prima tappa è far entrare il bambino nel mondo dell’animale cavallo e poi dell’equitazione.

Devo creare sensazioni, variare per esempio la lunghezza delle staffe, cambiare cavallo, farli lavorare con i talloni alti e poi bassi, con la schiena avanti e poi indietro e poi dritta, farlo salire sulla sella in piedi e farlo saltare giù.

Questo è necessario perché il bambino cerca sicurezza e noi gliela diamo facendo sì che prenda coscienza delle sue possibilità.

Anche il pony che non esegue gli ordini fa parte del processo mentale  con cui il bambino deve scontrarsi.

Chi gioca? Il pony con noi o noi con il pony? Chi comanda?

Tutto questo ,nel suo complesso, farà sì che il bambino diventi un vero atleta pronto a recepire qualunque cosa gli venga poi insegnata.

Ciò che invece dobbiamo ricercare è l’atteggiamento, dall’atteggiamento mentale troveremo la posizione migliore.

Una bella posizione eretta, testa alta, sguardo morbido potrà unicamente derivare da un giusto atteggiamento mentale.

Ed il cavaliere deve poter modificare l’atteggiamento, da tonico a moscio e viceversa per modificare le richieste verso il cavallo.

Dobbiamo ricercare la posizione moscia, rilassata, per poter richiedere una transizione e non ricercare la forza e la rigidità per fermare il cavallo.

Lezione 20: salire, scendere, difficoltà.

Salire e scendere a destra e a sinistra.

Il lavoro con più bambini per ogni pony è importante perché i bambini devono scendere e salire dal cavallo più volte in una lezione e devono farlo da soli o con l’aiuto dei compagni. Devono stancarsi perché il fare movimento è una loro esigenza.

Prima si salirà con l’aiuto dei compagni, poi al volo, all’indiana, e per ultimo con la staffa. Per i più grandi e bravi si potrà imparare a scendere al passo, al trotto ed al galoppo. La decisione sulle difficoltà non dovrà mai essere forzata. Sarà l’allievo che sceglierà a che andatura eseguire l’esercizio.

Ritorniamo al concetto che solo un ragazzo senza ansie e paure sarà mentalmente veloce, pronto e sicuro di sé.

E ricordiamoci che la grinta è legata alle motivazioni che devono nascere dal di dentro e non forzate dall’esterno.

Dov’è il problema quando c’è una difficoltà?

  • Per l’allievo il problema è il cavallo
  • Per l’istruttore il problema è il bambino
  • Per il genitore il problema è l’istruttore

Questo è un circolo vizioso che si viene a creare e che nel quale non bisogna entrarci mai. Bisogna evitare quel processo mortale ove per risolvere un problema si andrà ad usare frustino e speroni.

Quando il bambino userà questi mezzi avrà un pony finalmente in avanti perché non potrà essere altrimenti. Il pony non potrà evitare il lavoro ma sicuramente cercherà altre difese. Quindi è solo una questione di tempo. Il pony troverà comunque delle scappatoie ed appena lo potrà darà dei problemi.

E, cosa peggiore lo farà proprio con i meno esperti che non hanno la capacità di imporsi totalmente sul loro pony. E così sarà poi naturale ricercare un’imboccatura più forte per tenere a bada il nostro cavallo.

I mezzi coercitivi nascondono i problemi e questo diventa un circolo vizioso. La frusta nascondendo i problemi poi falserà anche i risultati.

Il pony ha il diritto di opporsi al lavoro, ha la libertà di farlo ma in modo educato. Le cose che non dobbiamo tollerare dai pony sono i morsi, le sgroppate, i calci, ma non vogliamo cavalli troppo telecomandati.

Sia il bambino che il pony hanno una libertà sorvegliata. Il principiante deve poter iniziare a lavorare a redini lunghe, la ricerca del contatto è un aspetto tecnico che potrà arrivare solo dopo che si sono raggiunti i requisiti di equilibrio mentale, corporeo e di sincronizzazione.

Lezione 19: passo, trotto, galoppo. Come ci arriviamo?

Partiamo dal concetto che il trotto da scuola, il famoso battere sella è facile, scontato, si impara quasi subito ed a noi non interessa.

Lavorare col trotto da scuola è troppo facile, noi portiamo l’allievo a doversi confrontare sempre con posizioni diverse nella ricerca continua dell’equilibrio.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Il trotto sollevato con staffature diverse insegna l’equilibrio e le staffe dovranno variare continuamente in base sempre alle capacità dell’allievo.

Vanno evitate le staffe da fantino ai principianti. Ma, per chi tende a sedersi troppo frequentemente, gli si potrà accorciare le staffe continuamente fino ad arrivare alla posizione da fantino.

Il trotto senza staffe deve insegnare ad usare il bacino (schiena e sedere), il pony deve poter partire al trotto quasi solo con il movimento ritmico in avanti del bacino. Questo è fondamentale per insegnare ad entrare nel movimento del cavallo.

Il sistema di frenaggio ed il motore del cavallo sono nel posteriore, la schiena del cavallo è il collegamento tra la bocca ed il posteriore. Se la bocca è OK la schiena sarà OK. Per questo all’inizio si deve montare a redini lunghe.

 

Lezione 18: le regole del briefing iniziale e lezione tipo

Regole briefing

Regola n° 1 – Non si piange mai davanti al pony.
Perché? Per il pony stesso. Perché è un animale sensibile. Chi vuol piangere può farlo ma esce un attimo dal maneggio e ritorna quando si è tranquillizzato

Regola n° 2 – Quando si è a cavallo si sorride sempre, perché? Sempre per il cavallo.

Regola n°3 – Il cavallo va ricompensato.

Una lezione tipo

Quando i cavalieri sono molto piccoli o comunque principianti, è conveniente rispettare le seguenti tappe:

1) Ricognizione – percorso fatto a piedi

2) Percorso fatto con il pony a mano

3) Percorso in sella con il pony tenuto a mano da un altro bambino a piedi

Tutta la prima fase serve a creare attenzione nei ragazzi, devono avere subito qualcosa da fare, si impara facendo e rifacendo, concetto della ripetizione.

Và spiegato  bene ai bambini quanto il cavallo sia un individuo sensibile che riesce a captare il nostro stato d’animo e modificare di conseguenza il suo. Le due regole iniziale sono importanti perché il bambino entri nella mentalità di lavorare con il cavallo e  per il cavallo. Il cavallo in natura è una preda, se ha paura od è nervoso, scappa, si innervosisce, sente la tensione

Le lezioni devono iniziare da subito divertendo i ragazzi e questo per  togliere le tensioni e le paure che l’approccio iniziale al cavallo può creare.

Se il divertimento è da noi guidato con esercizi appropriati non potrà che migliorare l’equilibrio e l’attenzione.